Trattoria Amerigo Savigno 2010

Trattoria Amerigo Savigno 2010

2010 Savigno Trattoria Amerigo

2010 – Trattoria Amerigo – Savigno

La stanza rettangolare è interamente dipinta, le quattro pareti e il soffitto, in un gioco di trompe l’oeil, metafore e allusioni, incroci di sguardi, rimandi e apparizioni…
L’impianto totale è quello di un edificio rurale abbattuto o crollato del quale restano parti murarie e architravi ad inquadrare e giustificare finestre e porte.
Permane anche la travatura del soffitto e parti dell’assito, lasciando ampio spazio al cielo.
Attraverso i varchi aperti irrompe all’interno la natura che ci appare nelle sue quattro manifestazioni stagionali, una per ogni parete.
Diversi colori, diverse presenze vegetali e animali.
Nell’esplosione floreale della primavera appaiono anche figure umane. Nell’infanzia della natura sopraggiunge nonno Amerigo bambino sul triciclo, con un copricapo premonitore, mentre uno strano e famigliare gnomo gli porge festosamente il segno del suo destino.
Nell’enigma, come nell’assonnato coniglio bianco si allude alla favola di Alice.
Idealmente la storia inizia proprio qui, in primavera, con la rinascita della natura, quando il soffione prende il volo e va scrivere il titolo sull’architrave come fosse il frontespizio di un libro di fiabe : il paese nel bosco di Amerigo
La storia prende avvio da una magia, un dono che lo gnomo ridente offre a nonno Amerigo sopraggiunto sul suo triciclo nella prima stagione dell’anno.
L’allusione alla misteriosa fiaba di Alice, l’Alice delle trasformazioni è palese… nello gnomo, nel coniglio, nel bambino, nel dono…
E il giro delle stagioni prosegue : i fiori si trasformano in succulenti frutti, i frutti si dipanano sullo sfondo di suggestivi paesaggi collinari fino al fitto del bosco che nell’esplosione dei colori autunnali ci offre il suo dono più bello.
Presenze di vita animano le scene aggiungendo mistero, dolcezza, ironia.. mentre prosegue la lenta lunga marcia della lumachina.
Dal ramarro che ci riceve all’ingresso, al cinghiale sornione che spia dal sottobosco, al giovane cane da tartufo nel cavo del grande castagno, all’improbabile serpente, al cervo fiero del suo palco innevato, ai dolci uccelli notturni nell’inverno, allo scoiattolo saltatore, alla volpe che appare dietro il muro, al bianconiglio sbadigliante, alla farfalla ignara del gattone in attesa di preda, ai salmerini saltanti, al timido riccio, ai diversi uccellini intenti ad azioni diverse…