vita

1954 Gino tredicenne assiste alle riprese di “Senso” di Visconti
nella villa palladiana di Lugo di Vicenza, suo paese natale.
E' un grande incontro col cinema e ne resta colpito.
1957 Parte per gli Stati Uniti e lì rimane fino al 1972.
Mentre porta a termine gli studi opera nell'industria
cinematografica come pittore scenografo.
A trent'anni ha già lavorato per le scenografie di:
“2001 Odissea nello spazio”,
“Gli uccelli” di Hitchcock,
“West Side Story”, “Il pianeta delle scimmie”,
“Tora, Tora Tora”, “Indovina chi viene a cena”,
“L’uomo che venne dal Cremlino”,
“Mary Poppins”, “La spada nella roccia”,
“Un maggiolino tutto matto”, solo per citarne alcuni.
Nella foto: Gino in piedi su un fondale per
il film “On a clear day you can see forever”
1974 Si stabilisce a Bologna.
Intensifica la ricerca e la sperimentazione artistica
con opere pittoriche e materiche.
E' segnalato Bolaffi dai critici Franco Solmi, Giorgio Ruggeri
e Giuseppe Marchiori negli anni 1974, 1979 e 1980.
Nella foto: Cassaforte a muro ø m 2,00 acrilico su tela
Mambo Bologna
1979 Mostra “Via Bergnana, 6. Dedicata ai non vedenti”
Una riflessione materica sulla natura trovata intorno a casa:
foglie, rami, terra...
elaborati in pressati, bronzi, tessuti, e mattonelle con scritte
in Braille.
Nella foto: particolare del pannello in Braille “Il cavallo zoppo
ha le ali” m 1,50x1,50.
1982 Inizia la lunga storia di Gino con Piazzetta Betlemme
a San Giovanni in Persiceto (Bo)
che lo vede impegnato nella pittura trompe-l'oeil delle
pareti in quattro successive versioni.
Nella foto: Gino al lavoro nella seconda versione del '90
in uno scatto di Luigi Ghirri.
1984 Allestimento per “I Trucchi del Mestiere”. Manifestazione sul
lavoro artigianale a Reggio Emilia con rivisitazioni di grandi
opere della storia dell'arte.
Nella foto: Gino in una pausa del lavoro sul San Giorgio del
Crivelli. Foto di Luciano Bovina.
1990 Scenografia per la Fiera natalizia di Santa Lucia
a Bologna nel '91 e riproposta nel 2005 e nel 2006
lungo il portico dei Servi e davanti alla basilica con
citazioni a dimensioni giganti di celebri annunciazionI
e natività. Portico S. Maria dei Servi. Bologna
Nella foto: una elaborazione di una annunciazione
del Beato Angelico m 3,75x2,50. Foto di Corrado Fanti.
2004 “Dove l’acqua non è di rose”.
Intervento di riqualificazione urbana per piazzetta
Guareschi a Conselice (RA), dove è stata estesa la
pittura dallo spazio iniziale circoscritto alla piazzetta
all’intera area circostante. I riferimenti sono al Guareschi,
al territorio e alla sua storia.
Nella foto: particolare di uno dei dipinti murali.
2005 Vita da Pazzi. Progetto che ha visto un viaggio espositivo
diversamente allestito in nove città – sedi di ex manicomi –
della regione Emilia-Romagna sul tema della storia e della
vita nelle istituzioni manicomiali, a partire dal Roncati di
Bologna, dal 1990 fino al 2007.
Nella foto: una sala dell'allestimento nel reparto 8 dell'ex
Ospedale Psichiatrico “Osservanza” di Imola.
Foto Ivan Dall'Igna
2007 Costruzione e pittura della scenografia in diretta
durante lo spettacolo “Detector” nel quale interagisce
con l’attore Ivano Marescotti rifacendo ogni sera da zero
l’ambiente marino adriatico, durante numerose repliche,
in Emilia Romagna e Lombardia.
Nella foto: particolare della versione al teatro dei
Filodrammatici di Milano nel 2011.
2010 “Entre tierra y cielo”. Plaza vieja L'Avana (Cuba).
Gino ha creato dal vivo,ispirandosi al sincretismo fra le
ancestrali e vivissime radici africane e il retaggio cattolico,
l’ambientazione naturalistica primordiale sul cui sfondo
e intorno alla quale gli dei si muovono: vivi, nelle coloratissime
processioni in costume (cabildos) che arrivando lì, si sono
esibiti in uno spettacolo molto coinvolgente.
Questa performance è stata realizzata con la pittrice
Maria Giulia Alemanno.
Nella foto: Gino dipinge sul palco tra le ballerine.
Foto di Luciano Bovina.
2013 Decorazione pittorica a trompe l’oeil ruinistico dell’esterno
della grande palestra del paese di Castel di Casio (BO), un
parallelepipedo di 40 mt x 20 x 10 di altezza con riferimenti
alla cultura costruttiva del sasso e con apparizioni di figure
simboliche.
Nella foto: un particolare della parete lunga.
Foto Stefano Barnaba.

L'avventurosa e semplice vita di Gino Pellegrini - Parte I

L'avventurosa e semplice vita di Gino Pellegrini - Parte II: l'America

Ho da sempre alternato la ricerca artistica e l’attività nel campo della scenografia, fin da quando giovanissimo emigrai dal Veneto, mia regione d’origine, negli Stati Uniti per studiare e lavorare e dove sono rimasto per quindici anni. Ho studiato architettura alla U.C.L.A University del Sud California e ho conseguito il Master Degree in Fines Arts alla Los Angeles Art Center School, partecipando ancora studente al movimento pop californiano con mostre negli anni sessanta (fra l’altro all’Otis Art Institute di Los Angeles, al Pasadena Art Museum, all’Austin College of Fines Arts, al Museum of Art di Santa Barbara) e lavorando anche in pubblicità come bozzettista per la Pacific Out-Doors Advertising) e per importanti studi di architetti (Stone, Laszlo, Neutra) realizzando plastici e renderins.
Iniziai presto l’impegno nel cinema, professionalmente determinante, dove ho percorso tutti i gradi della carriera scenografica, da bozzettista a pittore realizzatore, ad aiuto-scenografo, a scenografo con una attività molto intensa svolta per le maggiori case di produzione hollywoodiane ( M.G.M., Columbia, Universal, Warner Bros, Paramount, Walt Disney, 20th.Century Fox) lavorando a vario titolo per films come Ammutinamento del Bounty (nella versione con Marlon Brando) Gli Uccelli di Hitchcock, i musicals West side story, Funny girl, Hello Dolly, Mary Poppins; Il pianeta delle scimmie, Tora Tora Tora (modellini e fondali), La spada nella roccia (come cromatista), L’uomo che venne dal Cremlino (realizzazione pittorica della cappella Sistina a grandezza naturale), Indovina chi viene a cena, Un maggiolino tutto matto, Alice’s Restaurant, Walk on a spring rain, 2001 Odissea nello spazio (alcuni effetti speciali e ricostruzioni d’ambiente), per citare i più noti. Inoltre una serie di TV specials (Frank Sinatra Show, Dean Martin Show, Jerry Lewis Show, Bob Hope Show, Laugh in Show, Jimmy Carson Show) e di TV serials (thrilling di Hitchcock, Bonanza, Star Trek) per le reti televisive nazionali americane NBC e CBS, e spettacoli musicali dal vivo specialmente a Las Vegas in noti Casinò.
Realizzavo anche ambientazioni pittoriche in spazi privati e pubblici. Ricordo alcuni ambienti a Disneyland, nel Museo di Storia Naturale di San Francisco.

Negli anni settanta sono rientrato in Italia e ho scelto di stabilirmi definitivamente in Emilia-Romagna, dove prevalentemente svolgo la mia attività.
Ho intensificato la ricerca e la sperimentazione artistica con opere pittoriche e materiche nelle quali i riferimenti metaforici alla cultura antropologica e ambientale sono evidenti, impiegando materiali ‘trovati’ in diverse forme – foglie, rami, giornali…- anche inserendoli in grandi ‘textures’ elaborate al telaio, con numerose esposizioni personali e rassegne in Italia soprattutto negli anni settanta e ottanta e importanti segnalazioni critiche (per tre volte segnalato Bolaffi e recensioni – fra l’altro – di Luigi Carluccio, Giuseppe Marchiori, Federico Zeri, Renzo Renzi, Franco Solmi, Giorgio Celli, Giovanni Castagnoli, Giorgio Ruggeri, Marilena Pasquali, Rosalba Pajano, inoltre servizi televisivi sulle tre reti RAI) fino alle recenti riflessioni all’acquarello sul cielo e sul mare (tema tutt’ora aperto) e alle performances pittoriche ‘in diretta’ su grandi dimensioni. Quest’ultimo aspetto della mia attività si è sviluppato intensamente a partire dal 2005 con numerosi appuntamenti in diverse città, prevalentemente in Romagna e nel bolognese, in piazze e in teatri con esibizioni contemporanee di attori e musicisti in una sinergia virtuosa, raggiungendo lo scopo di mostrare apertamente procedimenti strumentali e abilità generalmente nascosti evidenziandone la spettacolarità. Cito soltanto i tre incontri tenuti a Dozza imolese durante tre diverse edizioni della storica “Biennale del muro dipinto”: nel 2005 “La vite maritata”, nel 2009 “Il vessillo di Gaia” con grandi dipinti realizzati su pannelli divenuti poi patrimonio delle scuole del territorio e nel 2011 “Muro 150” dove si celebrava l’anniversario dell’Unità d’Italia con un dipinto murale realizzato in tre giorni sulla caserma dei carabinieri con esibizione della fanfara al completo. In teatro cito la realizzazione di una scenografia arborea con effetto finale a sorpresa durante una serata di poesia sulla natura al teatro Alighieri di Ravenna nel 2007 e la costruzione e pittura della scenografia in diretta durante lo spettacolo Detector nel quale interagivo con l’attore Ivano Marescotti rifacendo ogni sera da zero l’ambiente marino adriatico, durante numerose repliche, le ultime a Milano nel 2011 al Teatro dei Filodrammatici per due settimane. Nel 2010 la trasferta a L’Avana con la pittrice torinese Maria Giulia Alemanno, invitati per realizzare una performance in occasione della sentita festa dei Re Magi. Giornata memorabile per la trascinante partecipazione e per lo splendido scenario di Plaza Vieja.

Sul versante della scenografia in Italia ho lasciato il cinema tranne che per la breve parentesi del film “La neve nel bicchiere” di Florestano Vancini girato nell’85 nelle province di Ravenna e di Ferrara .
Ho invece lavorato in pubblicità per numerosi spot e videoclip e per la RAI negli anni ottanta (Gran Paese Varietà, con Patrizio Roversi, Susy Blady e tanti altri comici ), creato scenografie teatrali per spettacoli leggeri (per Vito, Albanese, i gemelli Ruggeri, Enzo Jachetti, negli anni novanta e lo spettacolo “L’arte nel sacco” per il teatro di Conselice nel 2005), per opere musicali (i musicals allestiti all’arena Puccini a Bologna per le edizioni di “Bologna Sogna” del 92 e del 93; l’opera lirica multimediale di Andrea Centazzo dedicata a Tina Modotti nel 96), per convegni, per serate di impronta sociale (particolarmente l’evento – talk show da me ideato dal titolo “La città fertile o Tarzan sul Navile” dedicato agli ortolani abusivi della città di Bologna, che ebbe luogo alla Sala Europa nell’88 con la scenografia che si formava sulla scena. Nella serata del 4 gennaio 2006 l’allestimento della grande palestra del Pilastro per lo spettacolo “Cerco un paese innocente” a ricordo delle vittime della Uno bianca) e per eventi e manifestazioni di piazza: a Reggio Emilia nell’84 con il coinvolgimento totale della piazza ‘Martiri del 7 luglio’ per la manifestazione “I trucchi del mestiere”; le feste di Capodanno del 92 e del 93 in Piazza Maggiore a Bologna; la Fiera natalizia di Santa Lucia sempre a Bologna nel 91 e riproposta nel 2005 e nel 2006 lungo il portico dei Servi e davanti alla basilica con citazioni a dimensioni giganti di celebri annunciazione e natività e delle “arti per via” del Carracci; la festa per i cinquant’anni della CNA con l’allestimento della piazza Santo Stefano nel 95; invenzioni di carri carnevaleschi per lo storico carnevale di San Giovanni in Persiceto e nella stessa città tutte le annuali edizioni estive di “Arte & Città” dal 2000 al 2006 (cito in particolare l’edizione del 2001 dedicata all’incontro fra cinema e arti visive, nella quale ho dato vita a un cantiere scuola di quattro mesi che ha prodotto scenografie mobili in tutto il paese dove celebri citazioni cinematografiche si intersecavano con riferimenti alla cultura locale); e ancora l’evento “Dove l’acqua non è di rose” a Conselice nel 2004 e nel 2005 dove spettacoli e dibattiti avvenivano dentro la bocca apribile di un grande mostro marino da me ideato.

Nell’ottobre del 2010 una performance in piazza Nettuno a Bologna per la rassegna “Ad alta voce” di Coop Adriatica sul tema della memoria: una serie di tele bianche con brani di lettere di martiri della resistenza calavano dalle finestre del palazzo comunale.

A Bologna e a San Giovanni in Persiceto mi sono anche impegnato in corsi di formazione professionale che hanno avuto risultati operativi importanti in grandi pareti dipinte e in filmati realizzati con gli allievi. Negli ultimi anni invece ho avviato stages nelle scuole elementari con i bambini e con le maestre per un mio progetto dal titolo “Eppur si muove” sostenuto dalla Provincia di Bologna, allo scopo di realizzare una scenografia mobile partendo dai disegni infantili. Esperienza che si è conclusa felicemente nel 2006 con la realizzazione di un bosco simbolico smontabile composto di nove alberi, messo a disposizione delle scuole per eventi teatrali o celebrativi. I laboratori sono stati attuati nelle scuole elementari di Monteveglio e di Bazzano (BO). In seguito ho seguito altri laboratori con le scuole di San Giovanni in Persiceto, Casalecchio, Dozza –Toscanella, sempre in provincia di Bologna, traendo da queste esperienze reciproci stimoli creativi.

Dall’inizio degli anni ottanta ho allestito molte mostre tematiche su una grande varietà di argomenti culturali – dall’artigianato artistico ad argomenti della cultura materiale, dall’alchimia ai vetri storici veneziani di Venini e Salviati; da Lord Byron, a Giuseppe Garibaldi, a Leo Longanesi, a Marino Moretti, a Marcello Malpigli, per citarne alcuni, – e realizzato ambienti all’interno di mostre in diverse città (Bologna, San Giovanni in Persiceto, Imola, Budrio, Ravenna con sette mostre allestite negli spazi della Biblioteca Classense, Cesenatico, Bagnacavallo, Forlì, Ferrara, Modena, Gualtieri, Parma, Vicenza, Milano) in sedi museali, in fiere, in scuole, in spazi speciali come la mostra che ha avuto luogo nel reparto 8 dell’ospedale psichiatrico “Osservanza” di Imola. Mostra che ha concluso il progetto dal titolo “Vita da pazzi” al quale è stata dedicata una attenzione particolare e che ha visto un viaggio espositivo diversamente allestito in nove città – sedi di ex manicomi – della regione Emilia-Romagna sul tema della storia e della vita nelle istituzioni manicomiali, a partire dal Roncati di Bologna, dal 1990 fino al 2007.
Per la Provincia di Bologna ho attuato un ricerca artistica dedicata alla storia dell’enologia, nel 2009, culminata nella realizzazione del gruppo scultoreo sulla rotonda Bortolani nel territorio di Savigno in comune di Valsamoggia.

La scenografia ambientale mi ha occupato in modo particolare, cercando sempre di studiare l’intervento in relazione alla soggettività degli spazi e ai suoi fruitori, variando quindi le scelte tematiche, visive, cromatiche e tecniche a seconda dei diversi fattori psicologici, storici, architettonici, paesaggistici.
In alcuni casi ho dialogato con architetti e progettisti, specie per lavori in interni, come per gli interventi nei centri commerciali ESP di Ravenna, Centro Borgo e Centro san Ruffillo di Bologna, Centro Leonardo di Imola, o in una catena di ristoranti Camst a Bologna, Genova, Conegliano Veneto, Mestre, Brescia, nei quali operavo anche come “cromatista” (in tale veste di esperto di colori ho rapporti anche in alcuni paesi europei, p.es. in Germania e in Svizzera); oppure nella sede A.P.I. di via Serlio a Bologna con un grande trompe l’oeil che apre il corridoio e interloquisce ironicamente con i materiali dell’edificio; o recentemente in una grande parete della nuova sede della scuola alberghiera di Riolo Terme in provincia di Ravenna.
Per opere in spazi esterni mi sono invece rapportato con gli assessorati e con gli uffici tecnici dei comuni interessati, con esperienze che posso definire formative oltre che estetiche.
Per il comune di Anzola dell’Emilia, che in anni recenti ha intrapreso importanti progetti di riqualificazione urbana, ho realizzato a varie riprese una serie di trompe l’oeil di grandi dimensioni di argomenti diversi, a seconda della destinazione e della struttura degli edifici coinvolti, dal Centro Sociale Ca’ Rossa, alla sede del Comune, alla scuola media, alla biblioteca.
Non prediligo necessariamente interventi su edifici “storici” o che presentino particolari qualità estetiche. Anzi la sfida all’abbellimento di edifici e di aree anonime o addirittura degradate, mi offre stimoli creativi. Penso anche alle aree artigianali e produttive, per le quali specialmente la bellezza sembra un lontano miraggio, a favore del grigiore e dell’anonimato dei contenitori che vi hanno sede. Mi sono ‘misurato’ con due di queste situazioni, il grande capannone industriale della CONAPI a Monterenzio (BO) e gli stabilimenti della BOMOLL a Sant’Agata bolognese.
La Piazzetta Betlemme a San Giovanni in Persiceto – divenuta ormai un caso storico anche per le pubblicazioni che l’hanno accompagnata – offre un esempio emblematico di come la riqualificazione di uno spazio possa dare l’avvio a quella dell’intero quartiere.
Vi sono intervenuto in quattro successive riprese, dipingendone interamente le pareti, dal 1982 al 2003, dal primo intervento nato quasi per gioco, per dar vita a una zona degradata del paese durante l’estate, agli altri tre che hanno accompagnato o seguito una serie di restauri avvenuti successivamente che mi hanno dato lo spunto per reinventare ogni volta nuovamente lo spazio.
Un caso analogo e più ampio è rappresentato dal quartiere di piazzetta Guareschi a Conselice (RA), dove ho esteso la pittura dallo spazio iniziale circoscritto alla piazzetta – prendendo avvio dallo scrittore al quale essa era stata intitolata con riferimenti al territorio e alla sua storia – all’intera area circostante, con l’invenzione di una ‘cornice’ che la contiene e la valorizza e indicando un percorso che collega la vicinissima piazza principale al piazzale parcheggio in fondo al quale ha trovato sede il monumento “Alla libertà di stampa e alla stampa clandestina” che ho progettato e realizzato per lo stesso comune.

Continuo a ideare progetti di riqualificazione urbana e ambientale, a Cotignola, in Romagna, assieme alla frazione di Barbiano per le due piazze principali. A maggio 2011 è stata portato a termine il progetto per la piazza di Barbiano con opere decorative da me realizzate e con la fontana di cui ho curato il progetto.
Nell’autunno del 2013 ho infine portato a termine la decorazione pittorica a trompe l’oeil ruinistico dell’esterno della grande palestra del paese di Castel di Casio (BO), un parallelepipedo di 40 mt x 20 per 10 di altezza con riferimenti alla cultura costruttiva del sasso e con apparizioni di figure simboliche. Un progetto durato due anni che ha visto anche il felice coinvolgimento di abitanti del posto nel cantiere aperto.

Nel 2014 la realizzazione di tre fondali dedicati a paesaggi sardi per complessivi m 45×2,40 per le vetrine del nuovissimo Museo Etnografico della Sardegna di Nuoro.