2006 – Eppur si muove

2006 – Eppur si muove

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2006 – Eppur si muove – Scuole materne ed elementari, Provincia di Bologna

EPPUR SI MUOVE

pur radicato sempre nel medesimo spazio è sede privilegiata del movimento biologico della vita

Il progetto dal titolo EPPUR SI MUOVE è frutto di un lavoro svolto in collaborazione fra lo scenografo Gino Pellegrini e un gruppo di insegnanti delle scuole materne ed elementari degli Istituti Comprensivi di Bazzano-Monteveglio e di San Giovanni in Persiceto durante l’anno scolastico 2005-2006. I bambini sono stati invitati ad immaginare e a disegnare alberi, estendendo l’invito anche a fratelli, genitori e nonni, in modo da confrontare tra loro le espressioni di diverse generazioni su un tema tanto noto quanto vitale: l’albero, considerato particolarmente nelle sue valenze simboliche ed estetiche.
Sostenuto dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Bologna promuovendo una relazione fra bambini con famiglie ed insegnanti e l’artista, esso presenta, come risultato finale, il teatrino vegetale mobile che Pellegrini ha creato prendendo spunto dalla grande quantità dei disegni prodotti che ha valutato e scelto per tradurli in grandi dimensioni.
Si tratta di una vera e propria scenografia dal forte valore fantastico che trae origine dalla libertà con la quale i bambini pensano, immaginano ed elaborano l’albero andando oltre la consueta concettualità dell’oggetto.

Il bosco dell’immaginario si compone di nove alberi:

l’albero dei bambini, l’albero degli uccelli, l’albero dei fiori, l’albero dei frutti, l’albero del legno, l’albero dell’energia, l’albero dell’amicizia, l’albero della pace e l’albero del racconto o della memoria, l’albero cavo, dentro al quale potranno entrare attori-narratori adulti o bambini per dire, recitare, raccontare…

Il bosco EPPUR SI MUOVE resta patrimonio delle scuole ed è a loro disposizione per impieghi diversi come le recite e le drammatizzazioni, lo svolgimento di laboratori creativi, l’invenzione di arredi urbani…

“la natura è un tempio dove pilastri vivi mormorano a tratti indistinte parole; l’uomo passa, tra le foreste di simboli che l’osservano con sguardi familiari” ( Charles Baudelaire)